Un borgo dove ci si trova a tu per tu col passato e dove la maestosità della natura più selvaggia si mescola ad una tranquillità fatta di rispetto delle tradizioni e di antichi ritmi a misura d’uomo: ad Atri le suggestioni non finiscono mai e il visitatore ne rimane travolto e incantato, trovandosi quasi incredulo di fronte a una città così ricca d’arte e generosa di memorie. Nel piccolo centro ducale a ridosso della costa teramana, infatti, è impossibile non lasciarsi prendere dalle magia di scenari che hanno resistito allo scorrere del tempo, conservando intatta un’incontaminata forza evocativa. Allora, cominciamo il nostro viaggio nella storia, alla ricerca di una bellezza che, almeno qui, non è andata perduta e che sarebbe un peccato perdersi se vi trovaste a passare le vacanze in uno dei villaggi o dei campeggi nella provincia di Teramo.
Nel centro storico di Atri tutto è da vedere, a cominciare dall’incantevole Piazza Duomo, un concentrato di edifici monumentali e opere d’arte, caratterizzato da un finissimo equilibrio architettonico. La prima chicca da ammirare è la possente Cattedrale di Santa Maria Assunta, che colpisce già da fuori, grazie alla mole trecentesca e alla torre col campanile che termina a piramide e si staglia imponente nel cielo. Ma sono soprattutto i sobri interni a tre navate, movimentate da archi gotici, a rendere unico questo tesoro atriano, dove è custodito il ciclo pittorico di Andrea De Litio. L’artista quattrocentesco, che ha mirabilmente affrescato il coro narrando in oltre cento pannelli le vicende di santi e apostoli, ha infatti dato fondo a tutto il suo talento, per creare una delle più grandiose opere illustrative del Rinascimento abruzzese.
Sempre nell’elegante piazza Duomo, oltre al cinquecentesco palazzo gentilizio della Curia, sorge il coevo Teatro Comunale, che ha sostituito le antiche carceri. L’interno, strutturato a ferro di cavallo e impreziosito da tre ordini di palchi, fu inaugurato a fine Ottocento con il Ballo in maschera di Verdi e, oggi, ospita il museo dedicato al musicista Antonio di Jorio.
A proposito di musei, quello capitolare, adiacente al Duomo e ubicato in uno splendido e raccolto edificio monastico in laterizio con archi a tutto sesto, è uno dei più antichi della regione e, oltre che per i preziosi codici, i paramenti sacri barocchi e la pinacoteca ricca di opere prestigiose, è famoso per la cisterna sotterranea romana risalente al II sec. d.C, ornata da mirabili affreschi.
Anche lo storico Palazzo Ducale, costruito nel 1382 per volere di Antonio d’Acquaviva, vanta un interessantissimo museo, consacrato agli strumenti musicali medievali e rinascimentali. Gli interni di questa ex residenza signorile, adibita a sede comunale e diventata simbolo di Atri, si fanno subito notare per i superbi dipinti e un pregevole quadrilatero in pietra d’Istria e, non a caso, soprattutto nei mesi estivi, diventano la spettacolare location di imperdibili mostre.
Ma le meraviglie e le seduzioni della città ducale non finiscono qui: gli appassionati di archeologia non potranno perdersi il museo del comprensorio formato dai palazzi De Albentiis, De Galitiis e Tascini che, nella seconda sala, conserva una collezione preistorica con inestimabili reliquie, datate dal Paleolitico fino all’età del Ferro.
Meritano sicuramente una visita anche i resti del Teatro Romano edificato circa duemila anni fa, sulla cui via rimane ancora integro un tratto della cinta muraria della cittadella medievale. Dell’antico perimetro difensivo, ai giorni nostri rimane solo la lapide marmorea di Porta San Domenico che, con i classici gigli angioini e i tre scudi triangolari, riporta alla mente una storia che si perde nella notte dei tempi.
Anche allontanandosi dalla città vecchia, Atri non smette di stupire, grazie a scorci naturalistici che rimangono impressi nella memoria e a borghi, come Casoli Pinta, recentemente rivalutati in tutta la loro magnificenza. In realtà, però, è già incamminandosi sulla strada che porta al belvedere che, tra casette in pietra e profumate cornici floreali, ci si sente trasportati in un’atmosfera quasi magica. Ma la vera poesia si respira poco dopo quando, arrivati in cima al centro storico, gli occhi si aprono su un orizzonte che comprende le azzurre acque dell’Adriatico pinetese o rosetano, le lussureggianti colline e la massiccia vetta del Gran Sasso che, dall’alto, domina imponente il paesaggio da cartolina.
La terrazza panoramica di Atri, oltre a riunire il fascino del mare e dei monti, è anche corredata da un itinerario estetico d’eccezione, da percorrere rimirando originali sculture, realizzate da noti artisti contemporanei.
Perché la bellezza, in questa cittadina, non è mai abbastanza ed è declinata in tutte le sue forme, persino in quelle più forti e drammatiche. C’è chi, infatti, per descrivere l’incessante lavoro della natura, che ha originato gli spettacolari dirupi della riserva naturale dei Calanchi atriani, ha scomodato addirittura il poeta ottocentesco Johann Wolfgang von Goethe, reputando che solo versi carichi di pathos potessero rendere l’emozione che si prova davanti a un tale paesaggio, magnifico e severo al tempo stesso.
Istituito a metà anni Novanta e diventato oasi protetta del WWF, il parco naturale atriano può essere visitato in tutta sicurezza inerpicandosi sui comodi sentieri segnalati, che faranno la gioia degli amanti del trekking. Ma anche gli habitué della mountain bike e i cultori dell’equitazione potranno organizzare fantastiche escursioni alla scoperta dell’inestimabile patrimonio floreale e faunistico. Infatti, per lasciarsi incantare da questo mondo inesplorato e selvaggio, popolato da rapaci, volpi, istrici e faine e intervallato da zone verdeggianti con pioppi e salici bianchi, chi lo desidera potrà approfittare di una ciclo-ippovia e, magari, delle aziende agricole nei pressi, pronte a deliziare gli avventurieri con prelibatezze tipiche del territorio.
Perché Atri, covo di immense bellezze naturali e artistiche, è anche un piccolo ma importante polo enogastronomico, dove assaggiare succulente specialità e farsi conquistare da eccellenze agroalimentari come la liquirizia. Basta farsi un giro nei dintorni, infatti, per essere letteralmente inebriati dal profumo di questa pianta dalle note proprietà salutistiche, che qui, fin dall’epoca romana, si estrae e si lavora seguendo metodi di produzione tradizionali. Chi, poi, preferisse qualcosa di più saporito e sostanzioso, troverà pane o, meglio, formaggio per i suoi denti: l’aromatico pecorino locale, che ambisce alla denominazione di origine protetta, soddisferà pienamente gli amanti dei sapori intensi e piccanti. Per quelli che, invece, in ogni viaggio, fanno sempre un pieno di dolcezza, i pasticceri atriani hanno in serbo il famosissimo Pan Ducale, una torta a base di mandorle e cioccolato che ha mutuato il nome dal Duca d’Acquaviva. L’antico signore del posto, infatti, dopo averlo assaggiato, lo pretese ogni giorno alla sua tavola. Allora, prendiamo esempio da lui, perché Atri è una gioia per gli occhi e per il cuore, ma anche per il palato!