È interessante scoprire come ogni angolo del Belpaese conservi una ricchezza fatta di tradizioni uniche e singolari, forme d’arte locale e sagre popolari. L’Abruzzo è una di quelle regioni dove tutto ciò viene custodito con una certa attenzione perché, se la conservazione delle proprie radici ha un rapporto intrinseco con l'identità individuale, è pur vero che questo bagaglio può arricchire il turista interessato, non solo a rilassarsi in uno dei tanti camping abruzzesi, ma anche a conoscere le peculiarità del posto in cui si trova. Così non può ignorare la panarda abruzzese, simbolo della tradizione contadina e del sentimento di solidarietà e condivisione, un momento di festa e contemporaneamente di riflessione sulla società e sulla capacità empatica. Sì, perché la panarda abruzzese consiste in un grande e abbondante banchetto – almeno trenta sono le portate previste, rigorosamente appartenenti alla cucina locale – le cui radici risalgono all'epoca medievale. Di ogni pietanza è preannunciato l’arrivo a tavola con gli spari di un cannone e ciò che colpisce è la varietà tra pietanze più ricche e piatti più umili. Non manca l’agnello, cucinato durante le feste con cacio e uova, che costituisce un vero e proprio rituale gastronomico e conviviale celebrato nella notte tra il 16 e il 17 gennaio in onore di Sant’Antonio Abate, data che peraltro segna anche l’inizio del carnevale. Oggi la panarda abruzzese è un rito chiaramente folcloristico ma un tempo si mangiava per esorcizzare la tragedia della fame e il banchetto era occasione sia per rifocillare i poveri, sia per consolidare unioni e alleanze. La cena durava per tutta la notte ed era assolutamente proibito rifiutare una portata! Un rito che, tra sacro e profano, veniva avviato dal panardiere, il capo banchetto il quale, dopo aver recitato il Padre Nostro, dava avvio alle danze gastronomiche con appunto la panarda, il piatto simbolo che da il nome a tutta la tradizione, fave lesse condite con olio delle colline o lardo, cipolla e peperoncino, e offrendo a ognuno una panetta di pane.
Oggi sono diversi i borghi della Marsica, comprensorio territoriale che raggruppa diversi comuni della provincia dell’Aquila, che ancora celebrano quest’antica tradizione gastronomica. Vediamo dove:
17 Gennaio 2016 a Villavallelonga: il piccolo borgo, sito tra la Valle Rovereto e i Monti Marsicani, mantiene la data storica, vale a dire la notte tra il 16 e il 17 gennaio. La celebrazione dei rituali è molto fedele alla tradizione e grazie alla sua singolarità ha meritato la candidatura a patrimonio immateriale dell’Unesco.
05 Agosto 2016 a Sulmona: cittadina collocata nella Valle Peligna, lambita dai torrenti Vella e Gizio e ai piedi della Majella, Sulmona, la città dei confetti, si prepara ad accogliere la XV edizione di quest’evento gastronomico che si terrà dalle ore 20:30 in Largo Palizze. Durante la luculliana nottata, tra una portata e l’altra, si potrà assistere a vari spettacoli di artisti di strada, combattimenti, danze popolari.
Dall’ultima domenica di agosto alla prima di settembre a Lanciano: una settimana intera di festeggiamenti e banchetti con grandi eventi come concerti di musica, teatro in strada, giocolieri, rievocazioni storiche con cene ad ambientazione medievale e un grande corteo con costumi d’epoca. Si rivivranno le atmosfere di un tempo grazie all’organizzazione dell’Associazione culturale “Il Mastrogiurato” che si propone di valorizzare le tradizioni locali prima che vadano perdute.
Parte integrante della tradizione abruzzese, rito singolare dalle molteplici origini, la panarda si configura come un'importante cerimonia in cui convergevano aspetti sociali, religiosi e politici. Oggi è anche un'allegra rievocazione storica. Un peccato perdersela!